Grazie ad uno studio multicentrico internazionale, coordinato dal Prof. Alfredo Brusco, dell’Università di Torino, di recente pubblicazione sulla rivista Brain, è stato dimostrato, attraverso l’utilizzo di tecniche di sequenziamento genico e di sviluppo di modelli di cellule neuronali in vitro, il ruolo del gene CAPRIN 1 nell’autismo. I risultati di questo studio, oltre a chiarire le basi genetiche del disturbo dello spettro autistico, rappresentano una prima tappa verso l’identificazione di nuovi geni associati a specifiche forme di disturbo dello spettro autistico

L’autismo o disturbo dello spettro autistico, è il più frequente disturbo del neuro-sviluppo e colpisce circa l’1% della popolazione mondiale.

Una condizione (non una malattia) caratterizzata da una compromissione dell’interazione sociale e del linguaggio con interessi ristretti, comportamenti ripetitivi e stereotipati che impediscono a chi ne soffre di interagire con il mondo esterno.

Il primo utilizzo della parola “autistico” risale all’inizio del XX secolo, termine che descriveva una serie di sintomi.
Nel 1912, Eugen Blueler usò il termine “autistico” per definire i sintomi associati alla schizofrenia.
Solamente nel 1943 il termine fu usato per fini diagnostici.

Grazie ad uno studio multicentrico internazionale, coordinato dal Prof. Alfredo Brusco, dell’Università di Torino, recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Brain, è stato dimostrato, attraverso l’utilizzo di tecniche di sequenziamento genico e di sviluppo di modelli di cellule neuronali in vitro, il ruolo del gene CAPRIN 1 nell’autismo.

Dall’analisi di centinaia di pazienti è emerso come alcuni soggetti presentavano una delezione di un’ampia porzione del cromosoma 11 che conteneva il gene CAPRIN1.

La ricerca ha dimostrato come la delezione di una delle due copie del gene CAPRIN1 causa un’alterazione della organizzazione e della funzione dei neuroni. Inoltre, gli autori dello studio hanno fatto luce sul ruolo di CAPRIN1 il quale è risultato coinvolto nella regolazione della sintesi di diverse proteine neuronali a livello del cervello. Considerando il ruolo cruciale della proteina CAPRIN1 in diversi pathway di segnale è facile ipotizzare che la sua caratterizzazione permetterà di identificare numerosi altri geni associati a disordini del neurosviluppo.

Questi risultati che hanno contribuito a chiarire le basi genetiche del disturbo dello spettro autistico rappresentano solo la punta di un iceberg. Infatti, l’identificazione di nuovi geni associati a forme di disturbo dello spettro autistico è in rapida evoluzione e si prevede siano oltre mille i geni implicati nella patogenesi di questa condizione.
Identificare nuovi geni significa non solo comprendere meglio la neurobiologia di queste malattie, ma anche fornire risposte alle famiglie con pazienti affetti da disturbo dello spettro autistico, e porre le basi per i futuri approcci terapeutici.

Le sfide del prossimo futuro sono molteplici: identificare nuovi geni e meccanismi correlati ai disturbi dello spettro autistico, classificare i pazienti in base ai meccanismi biologici coinvolti nelle specifiche forme cliniche, porre le basi per future terapie nel contesto di un approccio di medicina di precisione.