Article 31 maggio 2022

Crisi sintomatiche acute ed epilessie autoimmuni

Giovanni Falcicchio

Policlinico di Bari, Ospedale Giovanni XXIII Bari

In questo articolo, il Dr. Falcicchio, dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bari, approfondisce il discorso sulle crisi sintomatiche acute e sulle epilessie autoimmuni, focalizzandosi sulla natura di queste condizioni e sulla loro diagnosi, affrontando le diverse strategie di trattamento ad oggi disponibili

Una crisi sintomatica acuta (o crisi provocata) viene definita tale quando si verifica in stretta correlazione temporale con un insulto cerebrale acuto, il quale può essere di origine metabolica, tossica, strutturale, infettiva o infiammatoria. In tutti questi casi, la crisi può essere considerata sintomo/segno di una condizione patologica che coinvolge in maniera primaria o secondaria il sistema nervoso centrale (SNC).

L’Epilessia è una delle più frequenti patologie neurologiche croniche e, in accordo con i criteri diagnostici della International League Against Epilepsy (ILAE) del 2014, è caratterizzata da crisi epilettiche non provocate ricorrenti per una forte e duratura predisposizione cerebrale a presentare ulteriori crisi. A differenza delle crisi epilettiche non provocate, che caratterizzano il quadro della patologia Epilessia, le crisi sintomatiche acute solitamente non si ripresentano una volta che la condizione scatenante si è risolta e si è riottenuta, così, l’integrità funzionale del SNC. Tuttavia, non è da escludere che un individuo che abbia sperimentato delle crisi sintomatiche acute in passato possa ripresentarle nuovamente, in caso di ricorrenza della causa scatenante. Si pensi, per esempio, ad una persona che sperimenti delle crisi epilettiche in corso di ipoglicemia in tempi differenti e distanti fra loro, senza che, però, questo presupponga una diagnosi di epilessia. In linea generale, le crisi sintomatiche acute rappresentano fino al 40% di tutte le crisi epilettiche, presentandosi con una probabilità quasi doppia nel sesso maschile, rispetto a quello femminile, soprattutto nelle due fasce estreme di età, con un primo picco di incidenza durante il primo anno di vita ed un secondo oltre gli 80 anni. Questa distribuzione bimodale sembra riflettere l’incidenza di determinate condizioni ezio-patologiche nelle due suddette fasce d’età, quali encefalopatie e patologie metaboliche ed infettive in età infantile, eventi cerebrovascolari nell’anziano.

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