Article 24 gennaio 2024

Eparine a basso peso molecolare per la gestione della CAT: aggiornamento delle linee guida ESMO 2023

La presenza di CAT (tromboembolismo associato al cancro) complica molto le terapie antitumorali e rappresenta un ingente costo per il sistema sanitario. Nel gennaio del 2023 sono state aggiornate le Linee Guida ESMO sulla pratica clinica della CAT, in cui le eparine a basso peso molecolare (EPBM) rivestono un ruolo chiave nella gestione terapeutica di questo setting di pazienti

Negli ultimi decenni il rischio di TEV è triplicato tra i pazienti oncologici con un’incidenza di 9 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Poiché la CAT (tromboembolismo associato al cancro) complica la gestione delle terapie antitumorali e pesa sulle casse del sistema sanitario, è importante che le Linee Guida siano aggiornate in modo da offrire indicazioni di pratica clinica in termini sia di prevenzione che di gestione di questa malattia che, seppur, largamente trattabile è ancora la prima causa di morte in questi pazienti dopo il cancro. Ecco allora che nel gennaio 2023 vengono pubblicati gli aggiornamenti delle Linee Guida ESMO per la diagnosi e la gestione della CAT.

In questo aggiornamento le eparine a basso peso molecolare (EBPM) rivestono un ruolo importante in vari momenti della terapia antitumorale e in vari tipi di pazienti oncologici. In generale, le EPBM rappresentano l’agente farmacologico d’elezione nella prevenzione primaria del TEV nei pazienti oncologici ospedalizzati con malattia in fase acuta. Anche in pazienti sottoposti a chirurgia oncologica maggiore, a meno che non ci sia una controindicazione a causa di un elevato rischio emorragico, si raccomanda di preferire le EPBM anche alle UFH (eparine non frazionate) in profilassi.




Il trattamento della CAT invece si divide solitamente in:

  • fase acuta (i primi 5-10 giorni dalla diagnosi). In questa fase l’utilizzo delle EPBM è da preferire rispetto sia alle eparine non frazionate che al fondaparinux

    • trattamento a lungo termine (primi 3-6 mesi). In questa fase, grazie alla possibilità che caratterizza le EPBM di poter modificare facilmente la dose, queste rappresentano il trattamento d’elezione in pazienti con insufficienza epatica, trombocitopenia grave, ulcere gastroduodenali, sindrome antifosfolipidi triplo positiva, vomito e nausea. Le EBPM sono la prima opzione di trattamento anche nei pazienti con carcinoma gastrointestinale

      • fase di estensione (3-6 mesi). Il prolungamento dell'anticoagulazione oltre i 6 mesi può essere preso in considerazione nei pazienti con cancro attivo sottoposti a trattamento oncologico, nei quali il rischio di recidiva può essere superiore a quello di complicanze emorragiche. Anche in questo caso è raccomandato l’utilizzo di EPBM, oltre che dei nuovi anticoagulanti orali e degli antagonisti della vitamina K (AVK)




        Le linee guida si focalizzando, inoltre, sul trattamento della CAT in setting particolari di pazienti .

        • • Pazienti con insufficienza renale: rispetto ai pazienti con funzionalità renale normale, i pazienti con TEV e insufficienza renale concomitante sono a maggior rischio di emorragie maggiori e di TEV ricorrente durante la terapia anticoagulante. L’utilizzo di EPBM è raccomandato in pazienti con insufficienza renale moderata (CrCL 30-60 ml/min) o grave (CrCL <30 ml/min). In quest’ultimo caso, la dose di EBPM deve essere adattata considerando l’attività anti-Xa.

          • • Pazienti obesi: nei pazienti con peso corporeo estremo (>120 kg o indice di massa corporea > 40 kg/m2) le EBPM sono da preferire. In questo setting di pazienti si raccomanda di calcolare la dose di EBPM in base al peso corporeo effettivo della persona, senza fissare un tetto massimo di dose.

            • • Pazienti a rischio emorragico: nei pazienti ad alto rischio di emorragia gastrointestinale le EPBM sono il trattamento d’elezione

              • • Pazienti trombocitopenici: nei pazienti con tumore attivo in cui il rischio di trombosi ricorrente è più elevato e può superare quello emorragico, si raccomanda l’uso di EPBM, oltre che dei NAO e AVK. Nei pazienti in cui il rischio di trombosi è basso si può prendere in considerazione EBPM a dosi intermedie o profilattiche con interruzione temporanea dell'anticoagulazione se la conta piastrinica scende al di sotto di 25 000 piastrine/ml.

                • • In caso di rischio di trombosi elevato si suggerisce l’uso di anticoagulanti a dosaggio pieno in associazione alla trasfusione per mantenere la conta piastrinica >40-50000/µL; in alternativa il filtro in vena cava associato a EPBM a dosaggi bassi/intermedi.

                  Figura_1.png

                  La CAT ha un carico importante sui pazienti, sulle terapie e sul sistema sanitario, per questo motivo prevenirla e gestirla al meglio è un impegno che assume un ruolo fondamentale nella gestione dei pazienti oncologici.

Commenti


Empty

Lascia un commento: