Giovanni Falcicchio
Policlinico di Bari, Ospedale Giovanni XXIII Bari
Un approfondimento di pratica clinica sulla gestione del paziente che presenta una prima crisi epilettica
L’inquadramento di un evento neurologico transitorio è spesso difficoltoso per il clinico. L’identificazione di una crisi epilettica, supportata dalle informazioni clinico-anamnestiche e dai reperti diagnostico-strumentali, non è da sola sufficiente per il successivo approccio terapeutico, considerato che il trattamento di una crisi sintomatica acuta è causale, mentre quello di una crisi non provocata è rappresentato - e non sempre - dai farmaci anticrisi. Una volta diagnosticata una crisi epilettica non provocata, il clinico ha l’arduo compito di valutare se il rischio di recidiva della manifestazione è uguale o superiore al 60% e, in tal caso, dovrebbe discutere con il paziente sull’eventualità di avviare un trattamento cronico anticrisi, soppesando il rapporto rischio (scarsa tollerabilità, stigma, interazioni farmacologiche) / beneficio (libertà da crisi, sicurezza alla guida, sul lavoro e nella vita quotidiana) per ogni singolo paziente.
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