Article 8 settembre 2023

Back to the future: un nuovo ruolo per Interferon Beta nella Sclerosi Multipla

Luca Prosperini, MD, PhD

UOC Neurologia e Neurofisiopatologia, Dip.to Neuroscienze, testa e collo, AO S. Camillo-Forlanini, Roma

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una “transizione” epidemiologica da una popolazione di giovani ad una popolazione di adulti-anziani con SM, fenomeno che impatta profondamente sul rapporto rischio/beneficio dei DMTs attualmente disponibili. Comorbilità e immunosenescenza, due variabili fondamentali nella scelta della corretta strategia terapeutica, devono essere considerate molto più spesso che in passato

La Sclerosi Multipla (SM) è una malattia infiammatoria cronica del sistema nervoso centrale (SNC) caratterizzata da demielinizzazione, perdita assonale e neurodegenerazione. Il decorso interindividuale della malattia è estremamente variabile, potendosi identificare sia soggetti che accumulano disabilità motoria e cognitiva in breve tempo, sia altri che presentano foci di demielinizzazione a carico del SNC senza sintomi o segni neurologici obiettivabili. Nel complesso, tuttavia, la SM si configura come la principale causa di disabilità neurologica progressiva nella popolazione giovane adulta. L’età di esordio è infatti tipicamente compresa tra i 20 ed i 40 anni, pur essendo documentati casi ad esordio in età infantile o adolescenziale ed in persone con età superiore ai 50 anni. La SM è più circa 2-3 volte più frequente nel sesso femminile che in quello maschile.

Pur rappresentando una condizione eterogenea in termini di presentazione ed evoluzione clinica, si possono riconoscere fondamentalmente tre decorsi di malattia: recidivante-remittente (RR), secondariamente progressivo (SP) e primariamente progressivo (PP). La SM esordisce nella maggioranza (85-90%) dei casi con decorso RR, caratterizzato dalla comparsa di disturbi neurologici acuti o subacuti (ricadute di malattia) con transitorio o permanente accumulo di disabilità, intervallati da fasi di remissione più o meno completa dei segni e sintomi. Il decorso SP, caratterizzato da un progressivo incremento della disabilità indipendentemente dalle ricadute di malattia, segue nel 30-50% dei casi il decorso RR, anche se l’introduzione dei disease-modifying treatments (DMTs) sta significativamente riducendo la proporzione di pazienti che vanno incontro a questa transizione. Il decorso PP colpisce circa il 10-15% delle persone con SM e si caratterizza per la continua progressione della disabilità, fin dall’esordio di malattia, in assenza di chiare fasi di ricadute; le persone colpite da questa forma di malattia, in media, tendono ad avere un esordio dei sintomi tardivo (intorno ai 50 anni) e il rapporto uomini/donne tende ad essere 1:1.

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