La sindrome premestruale (PMS) ed il disturbo disforico premestruale (PMDD) sono condizioni mediche comuni scarsamente riconosciute nella pratica clinica quotidiana a causa di una sintomatologia soggettiva ed eterogenea che si presenta nei diversi momenti della vita riproduttiva della donna. Tali condizioni richiedono l’utilizzo di adeguati metodi diagnostici di raccolta dei sintomi soggettivi riportati dalle pazienti o di interviste cliniche strutturate e di un approccio terapeutico integrato
Il segno distintivo dell’universo femminile è la perdita periodica di sangue mestruale che, dal menarca alla menopausa, rappresenta un chiaro segnale biologico delle variazioni ormonali ovariche. Una moltitudine di sintomi e condizioni cliniche nella donna possono avere una espressione catameniale che è funzionale a garantire gli obbiettivi riproduttivi favorendo le capacità adattative dell’organismo femminile.
La mestruazione è però molto più di un semplice fenomeno biologico che caratterizza l’essere donna. Il suo significato è evoluto nel tempo e attraverso le culture, includendo aspetti psico-sociali. La mestruazione contribuisce, inoltre, al divario di genere (gender gap) a tutt’oggi. Infatti, le donne hanno certamente acquisito un maggior grado di consapevolezza e controllo delle specificità connesse alla periodicità mestruale, ma le manifestazioni catameniali possono esercitare un peso significativo sulle attività della vita quotidiana contribuendo allo stigma del genere femminile.
La salute mestruale e la gestione delle sindromi dolorose correlate al ciclo mestruale sono state ampiamente studiate in letteratura da un punto di vista psiconeuroendocrino, ma vengono non sempre considerate meritevoli di un trattamento dal momento che sono di natura transitoria ed, in fondo, connaturate alla femminilità. In particolare, la sindrome premestruale (PMS) ed il disturbo disforico premestruale (PMDD) sono condizioni mediche comuni che vengono scarsamente riconosciute nella pratica clinica perché la diagnosi si basa sulla presenza di sintomi di natura soggettiva, che possono manifestarsi in modo variabile durante i diversi stadi della vita riproduttiva della donna e non sono supportati da misure oggettive o da esami di laboratorio. Tali condizioni richiedono l’utilizzo di adeguati metodi diagnostici di raccolta dei sintomi soggettivi riportati dalle pazienti o di interviste cliniche strutturate e di un approccio terapeutico integrato.
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