Article 15 novembre 2022

Scoperto un nuovo responsabile del tumore del colon-retto: le indolimine

Un recente studio, pubblicato su Science, ha svelato una nuova classe di tossine batteriche, le indolimine. In particolare, queste sono state identificate analizzando la popolazione batterica che popola l’intestino di persone affette da malattie infiammatorie croniche intestinali. Queste tossine, inducendo danni nel DNA dell’ospite, sembrano essere capaci di favorire l’insorgenza di tumori del colon-retto

Il nostro intestino è popolato da più di 500 specie di batteri che, insieme a lieviti e parassiti, costituiscono il nostro microbiota intestinale. Questi vivono in simbiosi con il nostro organismo e sono fondamentali per la nostra salute. Ciascun individuo, nel corso degli anni, sviluppa un proprio microbiota che risulta unico e personale, un po’ come un’impronta digitale. La composizione di questa comunità batterica dipende da una serie di fattori di tipo genetico ed ambientale, come l’alimentazione e lo stile di vita, e l’equilibrio tra i vari ceppi è in continua evoluzione dalla nascita e per tutta la durata della vita di un individuo.

A che cosa servono questi batteri? Possiamo considerarli buoni o cattivi? Sull’utilità di questa popolazione batterica non vi è alcun dubbio. Difatti, essi contribuiscono sia all’assorbimento intestinale che alla sintesi e rilascio di molecole essenziali, come ad esempio alcune vitamine. Inoltre, la flora intestinale contribuisce ad assicurarci un’adeguata difesa contro i microorganismi dannosi. Sembrerebbe dunque trattarsi di “batteri buoni”, ma non è sempre questo il caso.

Alterazioni dell’equilibrio del microbiota, chiamate disbiosi intestinali, possono essere conseguenza ad esempio dell’utilizzo di alcuni antibiotici o di un cambiamento di dieta, e possono generare temporanee situazioni di malessere, talvolta cronicizzabili in patologie più gravi. Particolare attenzione va prestata per i soggetti fragili, come gli anziani o le persone affette da malattie infiammatorie croniche intestinali. Questi ultimi presentano un più elevato rischio di sviluppare una neoplasia al colon-retto, tumore che costituisce la seconda causa di morte in Europa.

In particolare, la popolazione affetta da malattie infiammatorie croniche intestinali è stata oggetto di un recente studio dell’università di Yale, i cui innovativi risultati sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica Science. La scoperta è che nell’intestino di questi individui prolifera un determinato ceppo batterico commensale, ovvero che appartiene al microbiota intestinale, chiamato Morganella morganii che sembra essere responsabile di un aumentato rischio di sviluppare un tumore del colon-retto. La novità consiste nell’aver identificato la causa di questo aumentato rischio, ovvero la produzione di una classe di tossine mai descritte prima, le indolimine, che sembrano favorire lo sviluppo del tumore inducendo dei danni nel DNA dell’ospite. Per questo sono state definite tossine genotossiche. È interessante notare come l’inibizione della produzione di indolimine in modello animale sia stata in grado di prevenire lo sviluppo del tumore.

Questo interessante studio, rivelando una nuova classe di tossine batteriche, ha contribuito a sottolineare l’importanza di continuare ad esplorare il ruolo del microbioma nel mantenimento dell’equilibrio fisiologico dell’ospite e come questo sia capace di influenzare, positivamente o negativamente, lo sviluppo di determinate condizioni intestinali.

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