Francesco Scaglione
Professore Ordinario di Farmacologia, Università degli Studi di Milano
Il paracetamolo è uno dei farmaci più utilizzati al mondo per il trattamento del dolore e della febbre. Come analgesico si distingue dai FANS per l’assenza di attività antinfiammatoria. Rappresenta la terapia analgesica e antipiretica di riferimento anche in età pediatrica, per il favorevole rapporto rischio-beneficio. Occupa una posizione unica tra i farmaci analgesici, sia per la possibilità di impiego in molteplici tipi di dolore che per il profilo di tollerabilità
Il paracetamolo è uno dei farmaci analgesici e antipiretici più conosciuti e utilizzati al mondo, disponibile senza prescrizione medica, sia in preparazioni mono che multicomponente.
In precedenza, si riteneva che il paracetamolo inducesse analgesia inibendo gli enzimi della cicloossigenasi. Recentemente è stato evidenziato che il principale meccanismo analgesico del paracetamolo è la sua metabolizzazione in N-acil fenolammina (AM404), che agisce sui recettori vanilloidi TRPV1 e dei cannabinoidi CB1 nel cervello e nei terminali delle fibre C nel corno dorsale spinale. Pertanto, il paracetamolo induce analgesia agendo non solo sul cervello ma anche sul midollo spinale.
Il paracetamolo è un farmaco ben tollerato e produce pochi effetti collaterali gastrointestinali. La deplezione di glutatione, suggerita da alcuni studi, e messa in relazione alla possibile tossicità epatica, non ha evidenze cliniche ai dosaggi raccomandati. Il rischio di effetti collaterali si può manifestare soprattutto se assunto regolarmente a dosi elevate (> 4 g/ die).
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