Article 5 dicembre 2022

I β-bloccanti nello scompenso cardiaco cronico

Piergiuseppe Agostoni*1, Leonardo Calò*2, Andrea Di Lenarda*3, Damiano Parretti*4, Pier Luigi Temporelli*5

*Gli autori compaiono in ordine alfabetico e hanno contribuito in egual misura alla stesura del presente articolo. 1 Professore Ordinario in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Direttore Scuola di specialità in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Università degli Studi di Milano | Direttore SC Area Cardiologia Centro Cardiologico Monzino, Milano; 2 Direttore Cardiologia, Policlinico Casilino, Roma; 3 Direttore SC Cardiovascolare e Medicina dello Sport ASU Giuliano Isontina, Trieste; 4 Responsabile Nazionale Area Cronicità e Cardiovascolare SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie); 5 Divisione di Cardiologia Riabilitativa, Istituti Clinici Scientifici Maugeri, IRCCS Gattico-Veruno

Un documento di consenso sulla gestione terapeutica con i ß-bloccanti nei pazienti con scompenso cardiaco cronico ad opera di un Panel di Esperti il quale ha fornito una serie di indicazioni di pratica clinica

Lo scompenso cardiaco è una sindrome caratterizzata da sintomi (ad esempio, dispnea, gonfiore delle caviglie, faticabilità) e segni clinici (ad esempio, aumento della pressione venosa giugulare, rantoli polmonari, edema degli arti inferiori) specifici e secondari alla presenza di alterazioni strutturali e/o funzionali cardiache che comportano un aumento delle pressioni intracavitarie e un ridotto output cardiaco a riposo o durante lo sforzo fisico.
I β-bloccanti giocano un ruolo fondamentale nella gestione terapeutica del paziente con scompenso cardiaco in quanto associati ad un considerevole miglioramento clinico e ad una sostanziale riduzione della mortalità e morbilità, oltre che ad un miglioramento della qualità di vita del paziente.

Su questo tema sono state recentemente sviluppate una serie di indicazioni cliniche associando dati di Evidence Based Medicine con il parere degli esperti, applicando il metodo Delphi modificato. Il documento così sviluppato si propone come un utile e pratico strumento di supporto per indirizzare il clinico verso una gestione terapeutica più appropriata con i ß-bloccanti nei pazienti con scompenso cardiaco cronico.

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