È stato pubblicato, il 22 giugno 2022 sulla Gazzetta Ufficiale, il Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale (DM 77). Le principali novità della Riforma riguardano le Case della Comunità, la Centrale Operativa 116 117, le Centrali Operative Territoriali, l’Assistenza domiciliare, i servizi di Telemedicina, gli infermieri di Famiglia e Comunità e la Rete delle cure Palliative. Il modello di organizzazione della rete di assistenza territoriale previsto dal nuovo decreto n.77 persegue lo scopo di garantire l’erogazione dei servizi sanitari ai cittadini in maniera condivisa ed omogenea su tutto il territorio nazionale.

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è una strategia ambiziosa che il governo italiano ha predisposto per illustrare alla Commissione Europea come il nostro Paese intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next Generation Eu.

L’ultima delle sei missioni in cui esso si articola riguarda la Salute, un settore critico che è stato messo a dura prova negli ultimi due anni nel fronteggiare la diffusione dell’epidemia da COVID-19. La missione 6 del PNRR prevede la definizione di un nuovo modello organizzativo della rete di assistenza sanitaria territoriale. Dal momento che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), istituito con la legge n. 833 del 1978, si basa su universalità, uguaglianza ed equità, è necessario agire nell’ottica di realizzazione di un sistema vicino alla comunità, progettato per le persone e con le persone, costruendo un modello di erogazione dei servizi condiviso ed omogeneo su tutto il territorio nazionale.

Alla luce di quanto appena detto, il 22 giugno 2022 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto n.77, “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale”.
In particolare, le principali novità della Riforma riguardano le Case della Comunità, la Centrale Operativa 116 117, le Centrali Operative Territoriali, l’Assistenza domiciliare, i servizi di Telemedicina, gli infermieri di Famiglia e Comunità e la Rete delle cure Palliative.
Le Case della Comunità rappresentano il luogo fisico più vicino ai cittadini per poter accedere ai bisogni di assistenza sanitaria e sociosanitaria. Per questo motivo, il nuovo modello standard prevede la presenza di 1 Casa della Comunità hub ogni 40.000–50.000 abitanti, in cui lo standard organizzativo prevede la presenza di 7–11 infermieri, 1 assistente sociale e 5–8 unità di personale di supporto sociosanitario/amministrativo, oltre ai medici generali, pediatri di libera scelta e medici specialisti.

Per quanto riguarda la Centrale Operativa 116 117, il servizio telefonico gratuito 24h su 24 che garantisce un’assistenza continua alle persone che necessitano di cure mediche non urgenti, il modello standard prevede l’istituzione di 1 Centrale Operativa 116 117 ogni 1–2 milioni di abitanti, o comunque a valenza regionale.
Le Centrali Operative Territoriali (1 ogni 100.000 abitanti) in questa rete di assistenza territoriale rappresentano il fulcro, svolgendo una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti sanitari coinvolti nei diversi setting assistenziali. Esse dovranno essere operative 7 giorni su 7 e dovranno essere dotate di infrastrutture tecnologiche ed informatiche che consentano la condivisione dei dati con la Centrale Operativa Regionale 116 117. Importante è anche la fruizione di software con accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico e dei principali database aziendali e software di registrazione delle chiamate.

Un ulteriore aspetto innovativo è il concetto di “casa come primo luogo di cura”. L’assistenza domiciliare assume un’importanza sempre maggiore, nel contesto di un piano personalizzato di assistenza. Vi è un 10% della popolazione over65 da prendere in carico progressivamente ed occorre una continuità assistenziale 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, tenendo conto non soltanto delle modalità indicate nella normativa nazionale e regionale vigente, ma anche di quelle dei servizi di telemedicina.

A questo aspetto si possono affiancare le cure palliative, che non devono essere prerogativa della fase terminale della malattia, ma un percorso costante che guida il paziente e le persone che lo circondano verso una ripresa psicofisica. Lo standard prevede 1 Unità di Cure Palliative Domiciliari ogni 100.000 abitanti e 8/10 posti letto in hospice ogni 100.000 abitanti.
Nella nuova organizzazione di assistenza territoriale viene rivalutata anche la figura dell’infermiere di famiglia e comunità che, non solo dovrà occuparsi delle cure assistenziali verso i pazienti, ma sarà chiamato anche ad interagire con tutti gli attori e le risorse presenti nella comunità per rispondere ai nuovi bisogni presenti o potenziali.

Infine, la telemedicina, in considerazione delle potenzialità delle moderne tecnologie ICT, può contribuire fortemente al raggiungimento dell’obiettivo di aumentare l’accessibilità e di ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure, garantendo un approccio assistenziale più omogeneo possibile a tutti i cittadini sul territorio.

L’Assistenza Primaria rappresenta l’approccio più equo ed efficiente per migliorare il benessere psicofisico dei cittadini ed il nuovo decreto n.77 ha l’obiettivo di rafforzare il nostro Servizio Sanitario Nazionale e di velocizzare gli iter di cura.