Un risultato molto atteso è stato pubblicato recentemente sulla rivista Science: è stata individuata nell’uomo la sottopopolazione di linfociti T che controlla la risposta immunitaria. Questa nuova classe di linfociti T citotossici è in grado di modulare la risposta autoimmune, distruggendo le cellule che la producono. Queste cellule sembrano inoltre essere coinvolte nelle complicazioni della risposta infiammatoria di matrice virale, come ad esempio le vasculiti da Covid-19. L’identificazione di questi specifici linfociti T apre nuove promettenti strade per il trattamento delle condizioni autoimmuni.

Il prezzo da pagare per avere un sistema immunitario vigile e reattivo contro patogeni e cellule tumorali è che questo può reagire contro l’organismo stesso, sviluppando risposte autoimmuni. Si stima che circa il 4% della popolazione mondiale sia affetta da una condizione autoimmune, e che tale frequenza sia in aumento.

Tra le cellule del sistema immunitario si distinguono i linfociti T CD8+, citotossici, i quali svolgono la loro azione eliminando le cellule indesiderate nell’organismo, con un alto livello di specificità. Se la maggior parte dei linfociti T CD8+ sono coinvolti nella risposta contro i patogeni o le cellule neoplastiche, una sottopopolazione coinvolta nella soppressione della risposta immunitaria era stata individuata, ma solo in modello animale.
Oggi la controparte umana è stata identificata: si tratta dei linfociti T KIR+ CD8+ (che esprimono recettori KIR: inhibitory killer-cell immunoglobulin-like receptor). Lo studio, pubblicato su Science, mostra come questo sottotipo di cellule sia più frequente non solo nel sangue periferico di pazienti affetti da malattie autoimmuni quali sclerosi multipla, lupus eritematoso sistemico e celiachia rispetto al controllo, ma anche e nei tessuti infiammati. Livelli elevati di questa sottopopolazione cellulare sono stati trovati infatti nelle articolazioni di pazienti con artrite reumatoide e nell’intestino di pazienti celiaci. Nella celiachia, i linfociti T helper (un altro tipo di linfociti, che riconoscono l’antigene) reagiscono alle componenti proteiche del glutine, causando la risposta autoimmune. Lo studio mostra come i linfociti T KIR+ CD8+ umani siano in grado di agire distruggendo queste cellule T helper in maniera specifica, e dunque controllando la risposta autoinfiammatoria.

Un’ulteriore scoperta interessante è la presenza di queste cellule nei tessuti periferici. Grazie al modello animale il gruppo di ricerca è riuscito a dimostrare come la presenza dei linfociti T KIR+ CD8+ migliori le complicanze autoimmuni dovute a risposte infettive. Il probabile ruolo di queste cellule è dunque mantenere un equilibrio nella risposta al patogeno, agendo sul controllo di cellule che appartengono al sistema immunitario (altri linfociti T). Un riscontro di tale considerazione viene anche dallo studio di pazienti affetti da Covid-19, nei quali la popolazione di linfociti T KIR+ CD8+ era aumentata in correlazione con i casi di vasculiti ed embolismi, ovvero complicazioni probabilmente dovute ad un’eccessiva risposta infiammatoria.

La scoperta di questa sottopopolazione cellulare nell’uomo è molto rilevante per la comunità scientifica. Da un lato indica la presenza di un nuovo elemento con un ruolo chiave nella tolleranza periferica e nella comprensione della relazione tra autoimmunità e malattie infettive; dall’altro, la sua individuazione apre la strada a nuovi possibili approcci terapeutici per sopprimere la risposta immunitaria nelle malattie autoimmuni.